Nei giorni scorsi, la PERSICO di Nembro ha festeggiato i suoi primi 40 anni di attività. Un bel traguardo sicuramente per un imprenditore che ha saputo inventarsi e poi evolversi lungo un periodo che ha visto il mondo cambiare e cambiare ad una velocità come non si è mai vista prima. E’ da un po’ che voglio scrivere e raccontare di Pierino Persico, finalmente mi sono deciso e con questo ed alcuni altri post che seguiranno, conto di riuscire a fornire alcune tracce di uno degli imprenditori bergamaschi più interessanti e che sa far parlare di se e della sua azienda. Altri ce ne sono, altrettanto “pubblici” o assolutamente “nascosti”. Un vero tesoro della nostra provincia.

Non voglio qui illustrare l’azienda, le performance, i numeri o ripercorrerne la storia, ma cercare di cogliere alcuni aspetti dell’uomo, dell’imprenditore. E lo faccio rileggendo alcune pagine della seconda edizione del bel libro “Il sentiero nascosto” che Pierino Persico ha chiesto di scrivere a Paolo Aresi ormai 10 anni fa, in occasione dei 30 anni di fondazione dell’azienda (Tera Mata Edizioni 2013). Sembra passato un secolo da allora, tanti sono stati i cambiamenti e le macerie lasciate dalla crisi delle economie occidentali che ne è seguita. Eppure Pierino Persico si è ben raccontato in quel testo ed i suoi insegnamenti di allora sono rimasti e continuano ad essere attuali ed essenziali anche oggi.

Nella nota alla seconda edizione (intitolata “I sette anni che cambiarono il monto”), Persico identifica gran parte delle problematiche e delle difficoltà che riguardano l’imprenditoria del nostro paese e suggerisce anche la ricetta per vincere le molte difficoltà. Le gare di appalto avvengono oramai tra ditte concorrenti sparse su tutto il globo, dove la specializzazione è altissima e dove sembra di essere parte di “una sfida continua che a tratti sembra impossibile. L’aspetto finanziario ci danneggia rispetto ai tanti nostri concorrenti stranieri. I pagamenti avvengono a scadenze sempre più dilatate…Dobbiamo considerare che il nostro concorrente tedesco paga interessi che sono la metà dei nostro. Inoltre i governi stranieri spesso aiutano le aziende con incentivi perché danno lavoro. In Italia ti trovi solo, solo davanti alle banche e al sistema statale…Diversi miei amici concorrenti hanno chiuso l’attività. Oggi devi avere una forte autonomia finanziaria che ti permetta di aspettare i pagamenti, deve essere bravo a sviluppare idee e progetti, non basta più essere bravo” nel tuo lavoro specifico. “Devi sempre andare oltre…La corsa alla qualità e al basso prezzo è diventata ancora più spasmodica. Servono uomini che conoscono il mondo. Io sono andato a prendere specialisti in giro per il mondo. Abbiamo assunto dalla Nuova Zelanda, dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dalla Spagna.” “O cresci di livello … e sei bravo … o sparisci. Se siamo capaci di crescere di livello avremo futuro. E’un attimo essere fuori dal mercato, oggi. Non ti puoi distrarre”. “A volte penso che l’Italia sia un Paese rassegnato alla deindustrializzazione, dove il manifatturiero non è più visto come une risorsa nazionale”. Questi ultimi anni, se mai ce ne fosse stato bisogno, non hanno fatto che confermare ulteriormente la diagnosi di Persico.

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