Bilancio d'esercizio _ Claudio arrigoni

Per quanto chi scrive non sia del tutto d’accordo, e forse neppure tu, il bilancio continua a essere una delle basi su cui la banca fonda il proprio giudizio. Perché non sono d’accordo?

Nei primi due post, abbiamo condiviso i cambiamenti importanti che hanno interessato questi ultimi anni e abbiamo concordato sulla necessità di fare un’analisi asettica della nostra azienda, dei nostri punti di forza e di miglioramento, senza farci sconti. Abbiamo rimarcato la necessità di conoscerci bene e di rappresentarci in modo corretto, perché le banche conoscono già molto di noi.

Vediamo ora di approfondire il primo degli argomenti essenziali:

Il bilancio

Per quanto chi scrive non sia del tutto d’accordo, e forse neppure tu, il bilancio continua a essere una delle basi su cui la banca fonda il proprio giudizio. Perché non sono d’accordo? Perché il bilancio è uno strumento che illustra – in modo limitato e incompleto – qual è il passato della nostra azienda, cosa è stato, ma non dice nulla sul presente o sul futuro. Non illustra i progetti, il mercato, l’innovazione, le prospettive, il cambiamento. Ma, come accennavo, anche rispetto al passato, il bilancio non basta a descriverlo, perché – normalmente – non esprime il valore del know-how, delle conoscenze e delle competenze, ma neppure i valori. Se ti è capitato di acquistare immobili e impianti con la formula del leasing, cosa esprime il tuo bilancio a questo riguardo? Quasi non c’è traccia. Prova a pensare a quanta competenza hai acquisito progettando e realizzando impianti complessi per i tuoi clienti: anche di questo, non c’è traccia nel tuo bilancio. E così di tanto altro ancora.

Detto questo, vediamo comunque di conoscere bene quel che abbiamo e di concentrarci su cosa è importante per la nostra banca.

Intanto, il bilancio deve essere ben fatto, rispettoso dei requisiti stabiliti dalla Legge e dalla dottrina, corredato dalle informazioni accessorie che la banca chiede oltre a quelle che noi abbiamo piacere che conosca. Troppo spesso, i nostri commercialisti si limitano a quanto previsto dalla norma, che recentemente ha ulteriormente ridotto la quantità e la qualità di informazioni che devono obbligatoriamente essere contenute nel fascicolo di bilancio, almeno per alcune tipologie di società. Ecco che, allora, il bilancio depositato va arricchito di tutta una serie di informazioni aggiuntive.

Tra le informazioni quantitative, la cosa più semplice sarebbe aggiungere il bilancino di verifica che ha dato origine al bilancio vero e proprio, ma può accadere che sia un elenco poco ordinato o riporti voci che possono essere eccessivamente personalizzate. Meglio quindi preparare dei dettagli ordinati delle singole voci che compongono il bilancio, almeno di quelle più indicative.

Può essere utile aggiungere alcune analisi finanziarie che evidenzino i miglioramenti rispetto agli anni precedenti, così come gli aspetti da migliorare, dei quali dimostri così di essere consapevole e ai quali stai dedicando attenzione.

Se non è già compresa nella relazione sulla gestione, è utile una breve illustrazione delle qualità del management, del mercato, delle azioni che stai mettendo in campo, delle relazioni che hai creato, ecc.

Infine, ma questo va oltre il bilancio, è opportuno sviluppare e proporre anche dei documenti previsionali che illustrino i progetti di sviluppo e descrivano, anche numericamente, i risultati attesi.

Ma attenzione, tutto questo deve essere preparato in modo professionale, coerente e credibile, altrimenti una pianificazione approssimativa rischia di trasformarsi in un elemento di negatività sul giudizio della banca.

Torniamo quindi al bilancio e vediamo di approfondire ulteriormente.

 

Il bilancio si compone di alcuni elementi, non sempre tutti obbligatori ma sempre consigliati, che sono:

  • lo stato patrimoniale
  • il conto economico
  • la nota integrativa
  • il rendiconto finanziario

Accompagnano il bilancio, la relazione sulla gestione e, se presente, la relazione del collegio sindacale.

Lo stato patrimoniale rappresenta, in modo sintetico, la composizione qualitativa e quantitativa del patrimonio dell’impresa nel giorno di chiusura del bilancio. Descrive quindi, per categorie, da cosa è composto il tuo patrimonio (immobili, piuttosto che crediti, merci in rimanenza, titoli, ma anche debiti verso i fornitori o le banche, debiti verso l’erario o verso i dipendenti, il valore dei tuoi apporti e tanto altro). Tutto questo fotografato in un istante preciso: al termine dell’ultimo giorno dell’esercizio.

Il conto economico espone invece il risultato che la tua impresa ha conseguito lungo tutto l’esercizio (l’utile o la perdita), e riepiloga i ricavi di diversa natura, così come i costi che hai dovuto sostenere, indipendentemente dal fatto che tu abbia pagato o incassato, ma per il solo fatto che tu abbia comprato o venduto.

La nota integrativa ha invece lo scopo di spiegare i criteri di valutazione dei diversi componenti del bilancio e le motivazioni che hanno condotto a scegliere un criterio anziché un altro. Inoltre riporta alcuni dettagli di come sono composte alcune voci. Insomma, ha lo scopo di aiutare a comprendere meglio il bilancio anche se, come già abbiamo accennato, può non essere sufficiente.

Poi c’è il rendiconto finanziario, obbligatorio solo per alcune tipologie di società a partire dall’1 gennaio 2016, che ha lo scopo di riassumere e spiegare i flussi di cassa che hanno interessato la gestione. Quindi, il rendiconto non esprime un “dato” in un certo momento (come lo stato patrimoniale) e neppure i costi o i ricavi di un periodo (come il conto economico), ma i flussi, i movimenti di denaro che hanno interessato la gestione, da un periodo (la fine dell’esercizio precedente) all’altro (la fine dell’esercizio che si sta analizzando). Vedremo in seguito che la norma impone una tipologia di rendiconto finanziario, anche se quest’ultimo – soprattutto nell’analisi finanziaria e bancaria – può assumere forme diverse con funzioni e approfondimenti differenti.

Accompagna il bilancio, la relazione degli amministratori, che è molto importante perché in essa sono descritti (o andrebbero descritti) gli elementi, le informazioni sulla gestione, i fatti e i giudizi di maggior interesse per il tuo osservatore, che possono spiegare “il perché” dei numeri del bilancio e molto altro ancora.

Non ti ho detto una cosa importante: non tutte le imprese sono obbligate a redigere il bilancio. Ad esempio le società di persone o le imprese individuali non sono obbligate. Eppure, se la tua impresa fa parte di queste ultime categorie, ti sarai accorto che le banche lo chiedono lo stesso. Ma, anche se non lo dovessero chiedere, tu attrezzati per farlo bene, ti servirà.

La prossima volta entreremo nel vivo degli argomenti, affronteremo il tema dell’equilibrio finanziario e osserveremo lo stato patrimoniale in una forma diversa da quella che sei abituato a vedere. Nel frattempo, ti consiglio di prendere il tuo bilancio e leggerlo, impara la terminologia e i numeri che esprime. Ci lavoreremo insieme.

Se hai necessità di un approfondimento, scrivimi a claudio@claudioarrigoni.it.

Un caro saluto.