E’ arrivato il momento della revisione delle posizioni bancarie. Con l’approvazione dei bilanci 2017, tutto gli imprenditori o i direttori e responsabili amministrativi e finanziari riceveranno la chiamata dal loro gestore imprese che chiede il bilancio 2017 e, “se fosse disponibile”, una situazione provvisoria del 2018, insieme a tutta una serie di altra documentazione (ne abbiamo parlato altrove).

Nulla di nuovo se non che, questa volta, le banche devono fare i conti con il nuovo principio contabile internazionale identificato come Ifrs 9 (Ifrs è un acronimo che sta per International Financial Reporting Standard) il nuovo principio contabile che, si ritiene, avrà grande impatto in materia di valutazione del rischio di credito e, conseguentemente, in materia di accantonamenti per rischi di perdite sui crediti da parte delle banche.

L’obiettivo di questo nuovo approccio è quello di arrivare ad un più tempestivo riconoscimento delle perdite attese, per le banche, al fine di rafforzare la fiducia degli investitori nei bilanci delle banche stesse. Affinché  questo accada, è necessario che queste ultime, analizzino in modo diverso e più rigoroso i loro crediti, e l’elemento qualificante (per le banche e, di conseguenza per le imprese) sono il cash flow e il modello di business.

Diciamo che è una nuova ed ulteriore tappa del processo già in atto da diversi anni, che vede le banche e le imprese misurarsi con il proprio rating. Questa volta però, potremmo assistere ad una ulteriore accelerazione che potrebbe portare – per le imprese meno “attrezzate” – ad ulteriori difficoltà e a maggiori costi per interessi ed oneri.

Infatti, questo maggior rigore richiesto alle banche nella classificazione dei propri assets, si riverbera, automaticamente, in un maggior rigore nell’assunzione dei rischi verso le aziende e verso gli strumenti finanziari oltre che nel mantenimento di posizioni che presentano possibilità di perdite elevate, in quanto le banche sono chiamate ad operare valutazioni più stringenti e provvedere ad accantonamenti e svalutazioni importanti a fronte di rischi anche solo potenziali.

Ormai tutti sappiamo che minore è la rischiosità dell’impresa, migliore è il rating che le viene attribuito, maggiori le possibilità di ottenere credito a condizioni economiche vantaggiose. Viceversa, maggiore è il rischio calcolato, peggiore il rating, minori le possibilità di ottenere finanza e penalizzanti le condizioni applicate, proprio per compensare la banca dai costi conseguenti ai maggiori accantonamenti che è chiamata ad operare. Questo almeno fin’ora. Da domani, è possibile che le posizioni che presentano maggiori gradi di rischio vengano dismesse (poste a rientro) e non più assunte.

Le imprese che ancora non si sono attrezzate, si preparino quindi ad una stagione di turbolenza e ne approfittino per uscirne migliorate, ordinate, e in linea con le attese dei mercati. Per fare questo c’è bisogno di avviare un percorso di analisi e di miglioramento, ingaggiando risorse specializzate che possano fornire la direzione e aiutare nella conduzione.

Se vuoi approfondire, verificare la tua posizione o essere assistito in questo percorso, scrivimi a info@claudioarrigoni.it. Parliamone insieme.